Notizia scritta il 28/01/11 alle 18:46. Ultimo aggiornamento: 29/01/11 alle: 14:05
Grande e partecipata giornata di lotta oggi per centinaia di migliaia di lavoratori, studenti, pensionati e precari legati alla Fiom Cgil, al sindacalismo di base e a diverse realtà di movimento.
Prendendo spunto dalla sciopero generale di otto ore indetto dai metalmeccanici Cgil, centinaia di migliaia di persone sono quindi scese oggi in piazza in tutti i capoluoghi di Regione e in altri luoghi simbolo del declino produttivo, occupazionale e politico in cui il nostro Paese sta da tempo precipitando, da Arcore all’ex grande polo industriale frusinate di Cassino, da Termini Imerese a Melfi fino a Pomigliano d’Arco. Come capita da diversi mesi non ci sono cifre ufficiali degli organizzatori delle decine di manifestazioni. La valutazione complessiva di Giorgio Cremaschi, presidente Comitato centrale Fiom, oggi in piazza a Padova dove c’era anche un ampio spezzone di “Uniti contro la crisi”.
Oltre la Fiom sciopero generale per tutte le categorie era stato indetto dall’Unione sindacale di base e dalla Cub, che è andata ad Arcore sotto la residenza di Berlusconi.Sentiamo al riguardo Piergiorgio Tiboni, proprio della Cub
Fermo anche il lavoro pubblico e privato dei Cobas. Il commento di Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas
Cortei chilometrici hanno quindi invaso le piazze d’Italia, in alcuni casi incapaci di contenere la folla: è successo ad esempio a Milano, dove la coda del corteo è stata deviata dal fondi di piazza del Duomo alle zone circostanti il palco a causa delle eccessive presenze. Dallo stesso palco circondato dalla folla il segretario Fiom è tornato a chiedere lo sciopero generale alla Cgil. Intanto le tute blu, hanno detto lo stesso Landini, “fabbrica per fabbrica non faranno passare quello che vogliono la Fiat e Confindustria,”. Il segretario, poi, anticipando quello che proporrà all’assemblea
nazionale dei delegati della Fiom della prossima settimana, ha spiegato: “le decisioni che devono essere assunte su come contrastare la Fiat e Confindustria non possono essere prese solo da 600 delegati, abbiamo bisogno di aprire una consultazione straordinaria, per assumere iniziative importanti e dimostrare che abbiamo la forza per andare avanti, Marchionne non può decidere che nel nostro Paese non ci debbano essere i diritti e non ci debba più essere libertà”.
La giornata di oggi ha nuovamente mostrato la presenza di una grande forza sociale nel paese che tuttavia non riesce a tradursi in rappresentanza politico istituzionale. Come mai? Paolo Sabbatini, responsabile settore industria Usb
In piazza non c’erano comunque solo gli operai. A Brescia un migliaio di studenti ha risposto all’appello del Kollettivo Studenti in lotta sfilando fino in piazza Loggia. Milano Centinaia di persone si sono recate a margine del corteo nei pressi degli uffici di Assolombarda, quando una parte dei manifestanti, quella coalizzata sotto la sigla “Coordinamento lavoratori uniti contro la crisi”, ha tentato di raggiungere la sede dell’associazione per portare fin lì la protesta. Gli agenti hanno alzato i manganelli per bloccare l’azione. In corteo anche gli studenti dei Collettivi meneghini dietro lo slogan shakesperiano “Da Milano al Maghreb, viviamo per camminare sopra la testa dei re”. Per questo, lungo il corteo, sono stati sanzionati gli uffici di Enel, Edison e Unicredit, aziende dai rilevanti interessi economici in tutti i paesi della sponda sud del Mediterraneo, oltre a quella Inps di piazza Missori, accusata di “negare il futuro a giovani e precari”. Rossella, del Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano e Provincia
A Pavia decine di studenti dello “Spazio di Mutuo Soccorso Ex-Mondino” hanno occupato Palazzo Mondino, edificio ora dismesso ma di proprietà della locale Università.
Da segnalare invece, a Torino, l’azione dell’”Assemblea studenti lavoratori”, all’interno di un’agenzia di lavoro interinale in via Bertola. Sono stati accesi alcuni fumogeni e su una vetrina è stato scritto: “servi dei padroni”. A Bologna invece nel pomeriggio decine di studenti dei collettivi universitari hanno contestato i deputati Pier Paolo Baretta del Pd e Giuliano Cazzola del Pdl. I due, relatori dell’inaugurazione di un master in Diritto del lavoro, sono stati interrotti da striscioni e slogan come “Gelmini e Marchionne, stessa idea di precarietà. Fabbrica, Università stessa lotta” e “No a Marchionne, sì allo sciopero generale”.
Infine Roma: due treni sui quali viaggiavano circa 500 di studenti partiti da Roma per partecipare alla manifestazione di Cassino, sono stati fermati dalle Ferrovie dello Stato a Colleferro. Gli studenti sono stati fatti scendere per questioni connesse al biglietto e al diritto al movimento. Per questo hanno occupato i binari. La situazione si è sbloccata qualche ora dopo a comizio finito. Dal corteo laziale le valutazioni di Giorgio, di Atenei in Rivolta dell’Università La Sapienza di Roma
Lo sciopero italiano ha infine ricevuto anche tre importanti iniziative di solidarietà dall’estero. Partiamo da Milano, dov’ era presente anche una folta delegazione del sindacato svizzero Unia, che si è detto “assolutamente vicino” alle vertenze dei lavoratori italiani. I militanti del sindacato polacco Sierpien ’80 (l’agostò80) che lavorano presso le fabbriche della Fiat in Polonia hanno organizzato oggi a Varsavia sotto la sede dell’ambasciata italiana un picchettaggio in sostegno della lotta del sindacato Fiom in Italia. I sindacalisti, circa cento, vestiti in giubbotti rossi,
hanno sollevato anche striscioni con scritte: ‘Via Marchionne, Fiat = schiavitù ‘ e ‘Fiat = campo di lavoròo”. Negli slogan Sierpie ’80 ha espresso la piena solidarieta’ con la lotta della Fiom. ‘Vi auguriamo la vittoria che sara’ a favore dei diritti di tutti lavoratori” hanno scritto i sindacalisti polacchi.
Un presidio organizzato dall’associazione AltraItalia di Barcellona, insieme ad alcuni operai catalani della Seat di Barcellona, colpiti dalle stesse politiche di delocalizzazione, di sfruttamento intensivo, di attacco ai diritti minimi e alla dignità del lavoro, a studenti, insegnanti, e precari si è infine tenuto oggi di fronte alla sede Fiat di Barcellona dietro lo striscione: “qui e là, la stessa lotta / La misma lucha. No ai ricatto dell’accordo di Mirafiori. No al ricatto ‘o lavoro o diritti’ “.