Confederazione Cobas
Alla fine ha prevalso la ragione. A 24 ore dalla manifestazione nazionale del 5 giugno contro la Finanziaria-massacro convocata dai COBAS e dalla USB, la questura di Roma ha finalmente autorizzato il corteo con il percorso stabilito dagli organizzatori. Il corteo, cioè, partirà alle 15 da P. della Repubblica, percorrerà V.Cernaia, V.Palestro, V.XX Settembre davanti al Ministero del Tesoro, e da lì attraversando L.S.Susanna e V.Barberini, si dirigerà poi a P.Barberini.
Evidentemente qualcuno ha fatto notare al governo e a Tremonti, che vorrebbero garantirsi la “sacralità” del Ministero-chiave nella gestione della crisi con il divieto a manifestare di fronte ad esso, che, mentre è altissima la polemica sui tentativi berlusconiani di censurare totalmente le notizie “sgradevoli”, aggiungerci anche il divieto di protesta contro i massacranti provvedimenti tremontiani sarebbe stato davvero troppo. Anche perché, dopo il demenziale ottimismo di Berlusconi sulla situazione economica italiana, dopo che, con una piroetta a 180°, esso ha varato la Finanziaria-massacro, ora la Finanziaria peggiora ogni giorno. I proclami demagogici sul “faremo pagare la crisi anche ai ricchi e ai politici”, sono svaniti, restano intoccate le rendite, i patrimoni finanziari, gli speculatori, i dirigenti di aziende, i grand commis della finanza, i magistrati e in genere gli alti redditi. Resta invece in tutto il P.I. il blocco dei contratti per tre anni, con un taglio salariale medio di 1500 euro; resta nella scuola il blocco per tre anni degli “scatti di anzianità”, che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio di 6000 euro; lo spostamento di un anno della pensione di anzianità e il pensionamento a 65 anni per le donne anticipato al 2016; il dimezzamento delle spese per i precari del P.I.; l’enorme taglio di finanziamenti agli Enti locali che significherà ulteriori tasse e drastica riduzione dei servizi sociali.
Respingiamo il blocco dei contratti nel PI e degli scatti stipendiali nella scuola, l’aggressione alla spesa sociale, ai lavoratori pubblici e ai precari, il taglio di 41 mila posti di lavoro nella scuola; vogliamo l’assunzione dei precari, la tutela di pensionati e disoccupati, una vera tassazione di rendite, operazioni finanziarie, grandi patrimoni, alti redditi, la cancellazione del Collegato Lavoro, la restituzione dei diritti sindacali al sindacalismo alternativo.
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA. Con questo striscione in testa, partirà alle 15 il corteo indetto dai COBAS e dalla USB che si dirigerà verso il luogo-simbolo dello scempio economico e sociale, il Ministero del Tesoro, reggia del “gerarca” (definizione berlusconiana: et ipse dixit!) Tremonti.
Piero Bernocchi Portavoce nazionale COBAS
Roma, 4 giugno 2010