I Signori Invalsi e il MIUR, dopo furbate, figuracce e balletti di date per ostacolare la protesta e gli scioperi di insegnanti, studenti e genitori contro i loro ridicoli quiz, hanno deciso definitivamente le date delle prove a indovinelli: il 9 e l’11 maggio alle Elementari, il 10 alle Medie e il 16 alle Superiori, che sono state allontanate dalle altre (dovevano svolgere le prove l’8) per il timore che le proteste vi abbiano notevole visibilità anche grazie agli studenti insieme ai quali manifesteremo e che quindi, poste all’inizio, facessero da traino agli altri settori.
Dunque, i COBAS invitano docenti ed ATAa scioperare per l’intera giornata il 9 maggio alle Elementari, il 10 alle Medie e il 16 alle Superioriper protestare contro una scuola-quiz e una scuola-miseria che distruggono materialmente (tagli di scuole e posti di lavoro, “dimensionamenti” selvaggi, licenziamenti di precari, blocchi di stipendi e scatti di anzianità, furto di pensioni, riduzione degli investimenti) e culturalmente l’istruzione, riducendola a infarinatura di nozioni general-generiche e trasformando i docenti in addestratori ai quiz, che preparino gli studenti ad una futura manovalanza precaria e indifesa.Inoltre, il 16 maggio insieme a varie strutture studentesche organizzeremo manifestazioni provinciali nelle principali città italiane.
Ricordiamo chei quiz Invalsi non sono obbligatori per i docenti e per gli studenti,nonostante la frasetta inserita arbitrariamente nel Decreto Semplificazioni che li giudica “attività ordinaria”. Ogni attività “ordinaria” al di fuori delle lezioni e dei Collegi docenti o Consigli di classe (ad es. gite scolastiche) va decisa dagli Organi collegiali, non va svolta necessariamente in orario di servizio e non comporta alcun obbligo per docenti, ATA o studenti.
Diffidiamo infine i presidi dal sostituire gli scioperantifacendo ad esempio gestire ad altri i quiz durante le ore in cui il docente in sciopero avrebbe avuto lezione nella tale classe. Una azione del genere, configurandosi chiaramente come attività anti-sindacale, provocherebbe da parte nostra la denuncia alla magistratura dei suoi responsabili.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
16 aprile 2012