Cobas Scuola
Le promesse e gli inganni del governo Renzi
Difendono ancora la famigerata riforma Fornero
Ennesima e insopportabile truffa nei confronti dei Quota 96 quella annunciata ieri dal governo Renzi, inarrivabile nel promettere, ingannare e non mantenere, ennesima beffa a cui sono sottoposti i 4000 lavoratori della scuola Quota 96 (nati nel 1951 con 35 anni di contributi, oppure nel 1952 con 36 anni, o con 40 anni senza limiti di età al 31 dicembre 2012), pensionandi obbligati dalla folle riforma Fornero a rimanere al lavoro coatto fino a sei-sette anni in più del dovuto. E la beffa/truffa frustra anche le attese dei precari/e sui 4000 posti che si sarebbero resi disponibili.
Dopo tre anni di iniziative e di lotte, quando ormai sembrava vicina la sacrosanta uscita dal lavoro, dopo un improvviso attacco da parte di Cottarelli, uomo del Fondo Monetario Internazionale, supportato da alcuni giornalisti incompetenti e di regime – ai quali per inciso continua ad essere garantito, con l’emendamento 1ter al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione, il prepensionamento con 57 anni di età e 18 anni di servizio – è arrivato il contrordine dei poteri forti: i disastri creati dalla riforma Fornero non si toccano. Non si tratta solo dei 170 mila esodati, ma anche di 4000 lavoratori della scuola vittime dell’ignoranza e dalla superficialità della Fornero e dai suoi compari (Monti, PD, PDL), che non tennero conto che i lavoratori/trici della scuola hanno un’unica uscita possibile per la pensione e cioè il 1° settembre. I lavoratori degli altri settori sono andati in pensione con gli stessi requisiti al 31.12.2011, quelli della scuola non hanno usufruito di tale possibilità perché bisogna far coincidere per legge il collocamento in pensione con la fine dell’anno scolastico. Non si tratta quindi di pre-pensionamento, come dolosamente viene fatto credere, ma di porre rimedio – seppur tardivamente- ad una discriminazione.
Il governo, con dati falsi sugli aventi diritto e sulla copertura necessaria, continua a giocare sulla vita dei Quota 96, sulle aspettative e sulle attese ormai improcrastinabili di un risarcimento necessario a un’intollerabile ingiustizia. Mentre denunciamo la passività e la complicità dei sindacati di Stato, che hanno accettato senza batter ciglio e senza indire scioperi la riforma Fornero e il sopruso nei confronti dei Quota 96, siamo pronti a indire tutte le iniziative possibili per il riconoscimento dei diritti acquisiti dei q96, organizzando immediate mobilitazioni per i lavoratori della scuola e per tutte le realtà coinvolte del lavoro pubblico e del privato, come passo essenziale della lotta di tutti i lavoratori/trici e dei precari per l’abolizione della riforma Fornero.
Piero Bernocchi
Portavoce nazionale COBAS
5 agosto 2014