Mi capita spesso di dare giudizi negativi sulla maggioranza degli italiani/e. Intendiamoci, niente di più di quanto hanno detto di loro nei secoli Machiavelli, Guicciardini, Goethe, Leopardi, Gramsci, Tomasi di Lampedusa, Flaiano, Risi, Monicelli ecc. Però una cosa ho sempre riconosciuto loro: sui soldi non li freghi. Anche se gran parte di loro sovente sembrano zombie a cui puoi far bere di tutto, se gli tocchi il portafoglio sono sveglissimi e saltano come grilli. Salvini si era detto sicuro che “gli italiani aiuteranno il governo” comprando Bot e titoli di Stato per sostituirsi agli investitori stranieri che scappano. Bè, invece la fuga che c’è stata tra ieri è oggi nell’asta dei BTP quadriennali è stata epica. Tanto per chi non lo sapesse, si tratta di fondi non speculativi, indicizzati al riparo dall’inflazione, a rendimento sicuro. Li comprano i cosiddetti “cassettisti”, cioè piccoli risparmiatori che non leggono tutti i giorni il Sole 24 ore, che li mettono nel “cassetto” e non ci pensano più fino alla scadenza. Insomma, non sono certo speculatori ma il “nocciolo duro” dei sostenitori del debito pubblico italiano. In più ora dovrebbero essere incoraggiati dai rendimenti crescenti dei BTP: da quando è arrivato il governo Lega-5Stelle, mese dopo mese i rendimenti sono addirittura quasi triplicati (per fare un paragone, i BTP decennali con il governo Gentiloni venivano venduti con interessi intorno al 1.4% – a gennaio 2018 -, oggi stanno al 3,9%). Cosicché, tenendo conto del fatto che la fiducia in Salvini-Di Maio e nel governo parrebbe dai sondaggi, cioè finché si chiacchiera senza impegno, intorno al 60%, il Tesoro si attendeva una raccolta tra i 7 e i 9 miliardi. Ebbene, nei primi due giorni (l’asta dura 4 giorni) la raccolta è stata miserrima, solo 720 milioni. Anche ammesso, che il ritmo degli acquisti resti questo e non crolli ulteriormente, nelle casse dello Stato entrerà un sesto del previsto. E cioè: finchè darti il consenso in un sondaggio non mi costa niente, te lo posso pure dare, ma se mi chiedi soldi, persino nelle condizioni strafavorevoli dei BTP, col cavolo che te li do. E credo che questo dia la vera misura del tasso effettivo di fiducia di cui godono in Italia Matteo “il truce” Salvini, Giggino “Ping” Di Maio, i loro partiti e i loro “guru” economici, politici e culturali.