May 12, 2014
red – Una bufera attorno ai test che vorrebbero misurare gli apprendimenti degli studenti. Critiche anche dal Presidente Ajello. Per accademici, OCSE Pisa non ha valore statistico.
red – Una bufera attorno ai test che vorrebbero misurare gli apprendimenti degli studenti. Critiche anche dal Presidente Ajello. Per accademici, OCSE Pisa non ha valore statistico.
Se così fosse, le graduatorie tra gli stati che vendono paesi come Shanghai e Finlandia svettare e Italia annaspare non avrebbero alcun valore reale, di conseguenza la misurazione della valutazione degli apprendimenti.
Lo dicono accademici di tutto il mondo che hanno inviato al “The Guardian” una lettera firmata.
Tutto parte da David Spiegelhalter, uno statistico docente di Cambridge, che ha criticato, insieme ad altri colleghi, il metodo utiizzato per il calcolo delle performance, Il modello Rasch.
David Spiegelhalter dice che questa pratica pone dei dubbi.
Infatti, una domanda che è facile per i bambini cresciuti in una cultura potrebbe non essere così facile per quelli cresciuti in un altra parte del mondo, dice Spiegelhalter. “Si presuppone che la difficoltà è la stessa per tutti gli studenti di tutto il mondo intero” è un errore, egli sostiene.
Ci sono da prendere in considerazione differenze linguistiche, culturali che influenzano la difficoltà.
Non esistono due domande nel test di Pisa che funzionano esattamente nello stesso modo in diversi paesi.
Quindi, la domanda (azzardiamo, retorica) è: può un modello statistico adattarsi alla realtà in modo tale che non vi siano distorsioni nei risultati?
E se, per di più, le domande sono a trabocchetto? La denuncia arriva dalla stessa Presidente dell’Invalsi, la quale, durante una intervista al quotidiano “La Stampa”, ha così affermato: “Ho provato a leggere le domande del test di seconda elementare, in alcuni casi ho dovuto leggerle due volte prima di capire la domanda. Non è ammissibile. Non si possono effettuare le prove sulla base di tranelli o furbizie. Non vanno rese più difficili i test ricorrendo a queste complicazioni”.
E se la critica giunge dal vertice stesso …
Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS, ha preso la palla al balzo per rilanciare, grazie alle Parole della Presidente Ajello, lo sciopero indetto in occasione delle prove Invalsi per le superiori, “nonostante questa dichiarazione di morte politica e culturale, il 13 maggio la ‘creatura’ ripeterà come uno zombie i suoi riti nella scuola media superiore”, scrivono in un comunicato inviato in redazione.
E il 13 i Cobas invitano i docenti ed Ata delle scuole medie e superiori a scioperare e “boicottare i quiz per dare un colpo decisivo all’insulso rito, mentre gli studenti, derideranno e boicotteranno nelle scuole gli indovinelli con fantasia, ironia ed inventiva, in modo che anche la neo-ministra Giannini, che insiste diabolicamente a riproporre l’insensata procedura per giudicare scuole e docenti, sia costretta a verificare l’ampiezza del dissenso”, continua il comunicato.
Ricordando, inoltre, che il 13 manifesteranno insieme agli studenti “contro gli indovinelli e la scuola-quiz ma anche contro la generale politica scolastica che intende proseguire ed aggravare l’immiserimento materiale e culturale dell’istruzione pubblica”.