May 8, 2017
comunicato – Dopo i buoni risultati dello sciopero del 3 maggio nella scuola dell’Infanzia, Primaria e Media di primo grado contro i quiz Invalsi, avevamo in programma per domani analogo sciopero nelle scuole Superiori, entrambi motivati dal fatto che i decreti attuativi della legge 107 hanno aggravato ulteriormente la distruttiva centralità già attribuita all’Invalsi come strumento-chiave per la valutazione delle scuole, degli studenti, dei docenti e della qualità dell’insegnamento.
Nella scuola Media di Primo grado le rilevazioni dal prossimo anno rappresenteranno requisito indispensabile di ammissione all’esame conclusivo, mentre nella scuola Superiore, dall’anno successivo, gli studenti verranno sottoposti a quiz i cui esiti saranno riportati all’esame di Maturità, per essere ammessi al quale sarà indispensabile aver svolto il test Invalsi.
In questo modo, la valutazione verrà sottratta di fatto ai docenti e basata sui quiz standardizzati, con il netto ridimensionamento dell’intera professione. Gli insegnanti dovranno conformare la didattica agli indovinelli, secondo un modello di docente somministratore di prove standardizzate e “illustratore” di manuali per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo degli insegnanti, trasformati in “manovali intellettuali” tuttofare.
Ma domani, per la prima volta da quando i quiz sono stati introdotti nella scuola come strumento di valutazione dell’insegnamento, docenti ed ATA non potranno opporsi agli indovinelli con lo sciopero, a causa di un gravissimo e ultra-discriminatorio intervento della Commissione di garanzia (sugli scioperi) che ha imposto, con una decisione arbitraria e ingiusta, il divieto di scioperare nelle scuole Superiori, motivandolo con la sovrapposizione di un sedicente “sciopero generale del Pubblico Impiego” indetto per il 12 maggio da tal “Federazione Sindacati Indipendenti” (FSI), struttura semisconosciuta e del tutto assente nella scuola.
Nei giorni scorsi abbiamo inviato alla Commissione una nota di ferma protesta, sottolineando come in passato ripetutamente la Commissione non abbia applicato la “rarefazione” (cioè l’intervallo tra uno sciopero e l’altro) nel caso di sovrapposizioni tra scioperi generali e di categoria e come tale non-applicazione fosse avvenuta anche ultimamente, intorno agli scioperi generali dell’8 marzo e del Primo maggio. Abbiamo segnalato inoltre che gli effetti dello sciopero della FSI saranno del tutto nulli nelle Superiori, a causa della loro assenza dal comparto scuola, mentre il nostro sciopero del 9 riguardava solo tale ordine di scuole. Ricordavamo, infine, che la convocazione dello sciopero da parte della FSI aveva potuto precedere di poche ore la nostra solo perché avevamo dovuto attendere 10 giorni il parere – risultato poi negativo – della Commissione sul quesito (che la stessa Commissione ci aveva sollecitato) sulla possibilità che lo sciopero coinvolgesse solo le attività legate alle prove Invalsi.
Tutto inutile: la Commissione, dando di fatto una mano all’Invalsi, al MIUR, alla ministra Fedeli e al governo, ha reiterato il divieto. Pur indignati/e per una imposizione ingiusta e discriminatoria, che colpisce il diritto legittimo di tanti lavoratori/trici delle scuole Superiori a battersi contro gli assurdi quiz Invalsi, siamo stati costretti a revocare lo sciopero per non esporre i lavoratori/trici a possibili sanzioni pecuniarie e disciplinari.
Diamo comunque tutto il nostro appoggio alle azioni di boicottaggio degli studenti e alle forme di non-collaborazione dei docenti, che sono d’accordo nel ritenere i quiz Invalsi uno strumento-chiave per l’immiserimento della scuola pubblica e per l’annullamento del suo ruolo nella formazione del pensiero critico degli studenti.
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas
Stefano d’Errico segretario nazionale Unicobas