Nel corso della pandemia l’Unione Europea é passata da politiche restrittive a politiche espansive. Il Recovery Fund con l’emissione di Eurobond ha avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’”austerità”. Tale svolta va resa strutturale, a partire dalla cancellazione del debito pubblico detenuto dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali, che per l’Italia ammonta al 20% del debito complessivo. Ma il PNRR italiano e degli altri paesi non costituisce invece una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro. Con lo sciopero generale dell’11 ottobre i COBAS puntano ad una radicale inversione di tendenza in tale uso, rivendicando:
– la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario per contrastare la disoccupazione dovuta all’informatizzazione e robotizzazione della produzione;
– un lavoro di qualità in termini di diritti, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale, l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo, l’abolizione del Jobs Act e della riforma Fornero; parità salariale per le donne; no allo sblocco dei licenziamenti e alla sospensione del reddito per mancanza di Green pass; sì alla soppressione di appalti e subappalti, con internalizzazioni a partire dal pubblico impiego;
– rivalutazione delle pensioni attuali e pensioni pubbliche garantite ai giovani:
– un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti, che rafforzi il potere contrattuale dei lavoratori/tricii;
– il rafforzamento dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS, per una reale sicurezza sul lavoro, maggiori sanzioni per i datori di lavoro inadempienti;
– un’inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico provocati dal capitalismo, evitando operazioni di green washing;
– il rilancio dello Stato sociale, tramite:
a) investimenti nella scuola pubblica, con la riduzione del numero di alunne/i per classe, l’aumento degli organici con l’assunzione delle/dei docenti con 3 anni di servizio e le/gli Ata con 2; per interventi immediati e di lungo periodo nell’edilizia scolastica e nei trasporti locali;
b) investimenti nella sanità pubblica con l’assunzione a tempo indeterminato di infermiere/i , medici e operatori socio-sanitari, potenziando la medicina sul territorio e nelle scuole, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco per la lotta alla pandemia;
c) potenziamento del trasporto pubblico, invertendo la privatizzazione/aziendalizzazione degli ultimi decenni, con il ritorno alla gestione diretta da parte dei soggetti pubblici.
d) adeguate assunzioni nel pubblico impiego per rispondere alle necessità sociali (cura anziani e disabili in casa, tutela del territorio e dell’ambiente, bisogni culturali e sportivi ecc.)
Contro la repressione degli scioperi e delle lotte sociali, per una vera democrazia nelle aziende, contro il monopolio dei sindacati concertative sui diritti sindacali..
Con questa piattaforma, i COBAS hanno convocato, insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, lo sciopero generale dell’11 ottobre e manifestazioni locali nelle principali città. A Roma, in particolare, si svolgerà un corteo che partirà da P. della Repubblica (ore 10)
COBAS – Confederazione dei comitati di base