Pur se in linea con l’intollerabile politica anti-migranti e “per l’ordine e la sicurezza” del decreto Minniti e dei governi PD, l’ignobile decreto “in-sicurezza”, intestato a Salvini e alla Lega ma sostenuto dai 5 Stelle, costituisce un assalto senza precedenti contro il diritto di asilo dei migranti, e accentua ulteriormente il messaggio razzista e xenofobo con il quale il nuovo governo si è caratterizzato finora, alimentando odio e rancore verso i più deboli, coloro che giungono in Italia in cerca di un po’ di pace, lavoro, giustizia sociale. E mentre distrugge fondamenta plurisecolari del vivere civile, il decreto aggredisce preventivamente, programmando una sorta di “Stato di polizia”, chiunque voglia manifestare la propria opposizione con iniziative di piazza, occupazioni di case, conflittualità sociale, politica, sindacale. Riassumiamo innanzitutto i punti più intollerabili della demolizione del diritto/dovere di asilo e di accoglienza per i migranti.
1) Viene abolita la protezione umanitaria per i migranti e di fatto la concessione dell’asilo (almeno al 90%) per motivi umanitari. Nel decreto resta possibile solo avere un permesso di soggiorno per “casi speciali” (persone vittime di violenza domestica o “grave sfruttamento lavorativo”, o in stato di salute “gravemente compromesso” o provenienti da paesi colpiti da “contingente e eccezionale calamità”). 2) L’imprigionamento nei CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) viene raddoppiato. Il tempo di prigionia passerà da 90 giorni a 180; mentre i richiedenti asilo potranno essere costretti negli “hotspot” fino a 30 giorni. 3) Lo SPRAR – cioè il sistema pubblico di accoglienza locale da parte dei comuni che, almeno nei modelli “virtuosi” come Riace, ha permesso di ripopolare paesi, trovare lavoro ai migranti e farli vivere in pace con gli stanziali – verrà abbattuto: resterà solo per i titolari di “protezione internazionale” o per bambini senza genitori. Si smantella uno strumento di sistemazione di potenziale grande efficacia. 4) Per una serie di reati, alcuni neanche davvero gravi, si può togliere, in spregio a qualsiasi norma costituzionale, la cittadinanza italiana a stranieri di origine. 5) La concessione della cittadinanza potrà essere negata anche a chi ha sposato un/a cittadino/a italiano/a, cosa finora impossibile. 6) Viene reso difficilissimo per i migranti ricorrere giuridicamente contro ingiustizie, escludendo il gratuito patrocinio nei casi in cui il ricorso del migrante sia dichiarato inammissibile. Con l’incubo di dover sostenere le spese processuali, la gran parte dei migranti preferirà rinunciare al ricorso.
E’ lampante che questi provvedimenti, lungi dall’aumentare la sicurezza dei cittadini, oltre a rappresentare una barbarie giuridica, aumenteranno vistosamente la clandestinità, la vita allo sbando e la possibilità di entrare in circuiti malavitosi per un numero elevato di migranti. Ma è evidente che è proprio quello che vuole il governo, avere uno stato di “emergenza permanente” per impaurire la popolazione e farne sfogare i peggiori istinti contro i migranti. E prevedendo che questa ignobile politica incontrerà, malgrado a tutt’oggi la maggioranza della popolazione confermi il proprio consenso alle forze di governo, un’opposizione crescente tra le forze sociali, sindacali e politiche anti-liberiste, anti-razziste e anti-autoritarie, il decreto mette in campo tutte le armi possibili per intimidire a priori tali forze di opposizione. Cosicché, i provvedimenti per il cosiddetto “ordine pubblico” non sono da meno, rispetto a quelli anti-migranti, per violenza reazionaria, autoritaria, fascistoide e per imporre ai settori sociali più coscienti e attivi un clima sempre più soffocante. Ecco i provvedimenti più gravi in materia.
1) Effettuare “blocchi o ingombri stradali” diverrà un reato punibile con il carcere fino a 6 anni. Se ad effettuarli saranno migranti, questo comporterà il rifiuto del permesso di soggiorno. Inutile dire quale deterrente costituirebbe per le manifestazioni in generale ma ancor più per quelle con la partecipazione dei migranti. 2) Si ingigantisce il DASPO che, già esteso oltre le manifestazioni sportive da Minniti, con questo decreto copre qualsiasi luogo pubblico dove si possa avere una iniziativa sociale, politica o sindacale. 3) Viene raddoppiata la pena carceraria per chi organizza occupazioni di case, arrivando fino a 4 anni. In più sono autorizzate intercettazioni telefoniche di occupanti e organizzatori. 4) Si estendono vistosamente le ipotesi di reato che consentono al giudice di allontanare il responsabile dalla casa di famiglia, imponendogli l’uso del braccialetto elettronico. 5) Le polizie municipali dei comuni con più di 100 mila abitanti possono usare i TASER, le micidiali armi a impulsi elettrici che varie vittime hanno fatto in questi anni negli Stati Uniti.
In questi anni, malgrado i tanti movimenti sociali di lotta in campo, la difficoltà più grande per le forze antiliberiste e conflittuali è sempre stata quella di fare coalizione, di creare alleanze stabili, in cui ogni struttura possa conservare le proprie caratteristiche senza dover sottostare alla “reductio ad unum”, in cui si agisca insieme sui punti di accordo ma senza imporre un’intesa totalizzante sull’intero arco dei conflitti. Forse ora la particolare gravità della situazione, intensificata dall’assenza di qualsiasi reale opposizione politico-istituzionale, visto che le politiche del PD hanno spianato il terreno a quelle attuali, ci fa ritenere doveroso lavorare per la più ampia alleanza possibile, a partire dall’iniziativa di cui più si sente il bisogno e su cui molti hanno già ragionato, e cioè una grande manifestazione nazionale che porti in piazza, in coincidenza con il periodo di discussione in Parlamento del decreto Salvini e della Legge di Stabilità, centinaia di migliaia di persone contro l’ignobile decreto e contro le politiche reazionarie, razziste e ultra-autoritarie di questo governo. I COBAS, dunque, parteciperanno nei prossimi giorni a tutte le iniziative nazionali o locali che abbiano questo obiettivo primario all’ordine del giorno.
Esecutivo Nazionale dei COBAS- Confederazione dei Comitati di Base
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
1 ottobre 2018