Cobas Scuola
Dopo la giornata di esaltante “risveglio” del popolo della scuola del 12 marzo, con uno sciopero di un lavoratore/trice su due e 50 mila docenti, Ata, studenti e cittadini in piazza a Roma in un corteo combattivo e indignato contro l’immiserimento ulteriore della scuola pubblica, l’Esecutivo nazionale (EN) dei Cobas ha discusso come intensificare la lotta da qui alla fine dell’anno scolastico.
Abbiamo valutato positivamente la crescita della protesta verso la politica di Tremonti-Gelmini che, dopo aver tagliato 140 mila posti di lavoro e espulso in massa i precari, sta ora imponendo la distruttiva “riforma” delle superiori nonostante essa non sia ancora legge, mancando il parere della Corte dei Conti, la firma di Napolitano e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, e che si cerca di introdurre a forza, con iscrizioni al “buio”. Tremonti-Gelmini, in nome del Dio Risparmio calpestato dalla corruzione dilagante e dalle cifre colossali sottratte alla spesa sociale da potenti mafie e “cricche” varie, demoliscono scuole, indirizzi e materie di studio, ore di insegnamento, laboratori, impoverendo ulteriormente una scuola già ridotta all’osso dai governi precedenti.Nel contempo, tante scuole, per supplire alla mancanza di fondi, impongono alle famiglie una illegale tassa di iscrizione, non chiamano i supplenti, ammassano gli studenti nelle classi oltre i limiti legali e le norme di sicurezza, moltiplicano corsi a pagamento. L’EN ha dunque approvato la richiesta, emersa nella giornata del 12 marzo, di potenziare la lotta nelle prossime settimane, con occupazioni di scuole e di Uffici scolastici (in particolare durante la pubblicazione degli organici), picchetti precari, manifestazioni cittadine, rifiuto di applicare una “riforma” che non è ancora legge e di essere complici nelle illegalità nelle scuole. L’EN fa propria la proposta avanzata dal movimento dei precari di far culminare questa lotta in una fine di anno scolastico “movimentata” mediante il recupero dello sciopero degli scrutini, sottratto a docenti ed Ata dai governi e dai sindacati concertativi con la legge 146/’90, antiCobas e antisciopero. Tale sottrazione anticostituzionale permette oggi a docenti ed Ata di scioperare per non più di due giorni consecutivi, che però possiamo stabilire durante lo svolgimento degli scrutini finali, dopo aver imposto ai capi di istituto di rispettare la legge non effettuando gli scrutini prima della fine delle lezioni. Il peso di questo sciopero di due giorni, che i Cobas sono disposti a convocare in accordo con il movimento dei precari, sarà amplificato se si svilupperà un grande movimento di lotta che sfidi l’illegalità delle norme esistenti proseguendo lo sciopero oltre i due giorni. I Cobas fanno appello alle varie strutture di scuola, RSU, Comitati di docenti, Ata e genitori, ai Comitati di precari affinchè si esprimano a favore del recupero del pieno diritto di sciopero e dello sciopero degli scrutini di giugno, per vincere la battaglia per il ritiro della “riforma” delle superiori, contro i tagli, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea, la gerarchizzazione, il decreto “ammazza precari”; per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari; contro l’illegale “tassa” imposta per le iscrizioni, per significativi investimenti, per la restituzione a tutti del diritto di assemblea.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS