Confederazione Cobas
FERMIAMO LA FINANZIARIA-MASSACRO
DAL 5 al 15 GIUGNO MANIFESTAZIONI E SCIOPERI NELLA SCUOLA, PUBBLICO IMPIEGO E TRASPORTI
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
Dopo che per mesi il governo Berlusconi aveva sparso irresponsabile ottimismo sul superamento della crisi e sulla stabilità della situazione economica italiana, ora, con un grottesco voltafaccia, vara una Finanziaria-massacro, definita “inevitabile per non finire come in Grecia”, che colpisce ulteriormente i salariati, soprattutto della scuola e del pubblico impiego, i precari, i pensionati, i settori popolari.
Dopo che i governi europei hanno dilapidato centinaia di miliardi per soccorrere banche e imperi finanziari, ora, partendo dalla Grecia, vorrebbero imporci che a pagare non sia chi la crisi l’ha provocata ma chi ne è finora stato la vittima, pagandola in Italia con milioni di licenziati e cassaintegrati, l’ingigantimento del precariato, il massacro della scuola pubblica ove si tagliano 41 mila posti di lavoro, mentre è enorme l’evasione fiscale e la corruzione. In tutto il P.I. verranno bloccati i contratti per tre anni e circa 4 milioni di lavoratori/trici subiranno nel triennio un taglio salariale tra i 1500 e i 1800 euro. Nella scuola, vi si aggiunge il blocco per tre anni degli “scatti di anzianità”, che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio intorno ai 6000 euro. Si sposta di un anno la pensione di anzianità, il pensionamento a 65 anni per le donne verrà anticipato al 2016 mentre i lavoratori non riceveranno più la liquidazione all’uscita dal lavoro ma diluita in tre anni. Si dimezzano le spese per i precari del P.I. e l’enorme taglio di finanziamenti a Comuni, Province e Regioni significherà o ulteriori tasse locali o drastica riduzione dei servizi sociali.
Respingiamo il blocco dei contratti nel PI e degli scatti stipendiali nella scuola, l’aggressione alla spesa sociale, ai lavoratori pubblici e ai precari, il massacro della scuola; vogliamo l’assunzione stabile dei precari, la tutela dei pensionati e dei disoccupati, una tassazione seria delle rendite e delle operazioni finanziarie, dei grandi patrimoni, degli alti redditi e stipendi, la cancellazione del Collegato Lavoro, la restituzione dei diritti sindacali ai Cobas e al sindacalismo di base,.
La nostra risposta deve essere all’altezza dell’attacco portato alle nostre condizioni di vita e di lavoro. Per questopromuoviamo dieci giorni di manifestazioni e scioperi, in coordinamento con varie strutture sindacali, sociali e politiche italiane e in alleanza con i lavoratori greci ed europei in lotta contro la crisi.
5 giugno Manifestazione nazionale a Roma (P.della Repubblica, ore 15) promosso dai COBAS e dalla USB
7-8 giugno Scioperi della Scuola, indetti dai COBAS, per l’intera giornata nelle Regioni Emilia-Romagna, Calabria e provincia di Trento; 10-11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11-12 giugno in Sardegna e Umbria; 14-15 giugno in tutte le altre regioni e nella provincia di Bolzano.
11 giugno Sciopero nazionale dei Trasporti Urbani indetto da COBAS, SLAI e USB
14 giugno Sciopero nazionale del Pubblico Impiego indetto da COBAS e USB
Piero Bernocchi Portavoce nazionale COBAS