Confederazione Cobas
La giornata di lotta ed assedio ai cantieri della TAV in Val di Susa del 3 luglio ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, e noi COBAS tra loro, determinate a ribadire il loro No ai cantieri della devastazione ambientale e sociale. Mentre un popolo di cinquantamila persone sfilava dal forte di Exilles fino alla centrale elettrica di Chiomonte all’imbocco di quel cantiere imposto dalla violenza delle “forze del disordine”, altre migliaia di manifestanti assediavano il cantiere dal lato opposto di Giaglione e riprendevano e liberavano il presidio Clarea superando le recinzioni e la militarizzazione dell’area, mentre un altro migliaio di valligiani scendevano dalla montagna di Ramat e assediavano il cantiere su un terzo versante. In risposta le “forze del disordine” hanno lanciato centinaia di candelotti lacrimogeni con gas pericolosissimi, mirando spesso ad altezza d’uomo e ferendo seriamente numerosi manifestanti, mentre altri/e hanno riportato pesanti ferite al viso e al corpo per i colpi di poliziotti e carabinieri.
Anche sul corteo giunto alla centrale elettrica sono piovuti lacrimogeni ad alta tossicità, mirati pure al gruppo di fotografi che stava riprendendo la scena e verso il lato opposto del fiume dove c’erano famiglie con i bambini.
Ma questo non é bastato a far cessare l’assedio che è continuato per buona parte della giornata e che ha visto tutta la popolazione valsusina esprimere ancora una volta e in modo unitario la ferma volontà di opporsi ad un’opera di devastazione del territorio, voluta unicamente per affermare la supremazia del profitto e della speculazione affaristica sulla salute e sulla vita della popolazione.
Non basterà nemmeno la incredibile disinformazione della grande maggioranza dei mass-media, fatta di menzogna allo stato puro, a dividere il popolo della Valle ed il movimento No-TAV tra buoni e cattivi, tra pacifici e violenti, tra chi può anche dissentire a parole, ma poi deve lasciare il passo ai cantieri di morte, e inesistenti black-block. Il popolo della Valle e il movimento No-TAV hanno dimostrato di essere in grado di continuare ad esprimere in tutte le varie forme possibili l’opposizione ai progetti speculativi e devastanti dell’Alta velocità e dei cantieri militarizzati, ed ogni giorno che passa con più forza e determinazione.
I COBAS, oggi come fin dall’inizio, sono a fianco e dentro questo movimento, sono parte di questo popolo che ha deciso di rendere impossibile nei fatti l’esecuzione di un’opera catastrofica, opponendosi alla militarizzazione della Valle e della vita della sua popolazione; e continueranno a battersi fino alla vittoria contro questo disastroso progetto e contro tutti i tentativi di soffocare la vita, la speranza, la solidarietà del popolo dei Beni Comuni.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
4 luglio 2011