Abbiamo appreso dagli organi di stampa che un ragazzo di 18 anni, studente dell’istituto Olivetti di Fano, è stato prelevato dalle forze dell’ordine, trasferito nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Fano e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (TSO) perché rifiutava di indossare la mascherina in classe. Il Telefono Viola denuncia da anni gli abusi che si continuano a perpetrare attraverso il TSO che incatena i diversi e i non conformi al manicomio “chimico” degli psicofarmaci, attraverso la pratica del trattamento sanitario obbligatorio, facendone dei lobotomizzati farmacologici. In realtà i trattamenti sanitari psichiatrici obbligatori sono veri e propri residui manicomiali e il giudizio psichiatrico si contrassegna per la sua particolare ottusità e ridicolaggine rispetto a giudizi di altro tipo: antropologico, filosofico, poetico, culturale, religioso, sociologico, psicologico, letterario, ecc.. dimostrando che il manicomio non è solo un luogo, ma un criterio e che sino al momento in cui lo Stato si potrà permettere di sequestrare un cittadino per il suo pensiero, i manicomi saranno ovunque. Oggi, a quarantatre anni dall’abolizione dei manicomi, di fronte a questo caso (come nei molti che l’hanno preceduto) dobbiamo drammaticamente constatare come l’azione di controllo sociale della psichiatria continua ad imperversare, arrivando persino ad entrare nelle scuole, psichiatrizzando ragazzi che manifestano atteggiamenti “non conformi”.
Questo episodio conferma al Telefono Viola – che è già intervenuto, insieme al CESP e ai COBAS, con seminari e convegni rivolti a docenti e ATA proprio sul tema della “medicalizzazione” del disagio psico-relazionale che sembra essere diventata l’ottica prevalente in taluni contesti scolastico/educativi – quanto sia diffuso il rischio di leggere i comportamenti degli studenti e delle studentesse con la lente deformante della diagnosi clinica. Per questo abbiamo dato mandato all’avvocato Gioacchino Di Palma (con il quale il Telefono Viola si è già costituito parte civile nel processo Mastrogiovanni e in quello contro lo Stella Maris di Pisa per gli abusi farmacologici ai danni dei propri pazienti, anche minori), di seguire il caso, chiedendo la revoca del TSO, al Giudice Tutelare (che ha tra le sue prerogative anche quella di annullare il provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio adottato dal Sindaco), e intervenendo presso il Sindaco di Fano (che quel TSO ha firmato), la Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Pesaro (che ha permesso il ricovero e ha trattenuto il ragazzo nel reparto psichiatrico per una settimana) e presso il Ministero dell’Istruzione, affinché chieda spiegazioni sull’accaduto, visto che un Dirigente scolastico a fronte di una pacifica protesta del giovane studente, non sa fare altro che chiamare il 118, determinandone il “sequestro” psichiatrico.
Anna Grazia Stammati presidente Telefono Viola
7 maggio 2021