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INIZIATIVE E AVVENIMENTI CHE HANNO RIGUARDATO PIERO BERNOCCHI E I COBAS.

1999

 27 gennaio  Dopo un lungo conflitto legale, e alcune udienze in Tribunale che avevano dato ragione ai COBAS, la Cgil riesce a imporre il rinvio delle elezioni RSU nel comparto Scuola, grazie all’intervento del governo D’Alema che, con un decreto, le rinvia al 2000, quando si effettueranno scuola per scuola. Al momento, invece, sarebbero state elezioni provinciali, il che avrebbe consentito ai COBAS di raggiungere la maggior rappresentatività sindacale, con tutti i diritti annessi. Manifestazione di protesta dei COBAS davanti alla sede della Cgil: alcuni uomini della “vigilanza” della sede aggrediscono i militanti COBAS che reagiscono, a cui segue l’intervento dei Carabinieri.

27 febbraio  I conflitti contro la parità e i finanziamenti alle scuole private si acuiscono dopo l’emanazione della legge Rivola che anticipa la parità per l’Emilia-Romagna): Manifestazione nazionale a Bologna con 50 mila persone e notevole presenza dei COBAS.

19 marzo  Sciopero nazionale della scuola convocato dai COBAS contro la legge di parità, che apre pure lo scontro con il governo sul nuovo contratto per la scuola ove Berlinguer intende inserire tutti i meccanismi aziendalizzanti e gerarchizzanti del suo progetto “riformatore”, culminanti in un premio di 6 milioni annui al 20% dei docenti scelti attraverso un “concorsone” a quiz. Che Bernocchi ribattezza concorsaccio in una conferenza-stampa ripresa dai principali organi di informazione in cui chiede un referendum sul contratto e annuncia la raccolta di almeno 50 mila per sostenere tale richiesta. Manifestazioni provinciali in 30 città con la partecipazione di almeno 50 mila docenti, ATA e studenti. A Roma corteo di 5 mila persone dal Ministero P.I. al Parlamento.

21 marzo  Viene ufficializzata la costituzione della Confederazione COBAS (la dizione statutaria è COBAS – Confederazione dei Comitati di base), generata dalla fusione dei COBAS- Comitati di base dellaconfermando Scuola con il Coordinamento Cobas (metalmeccanici, Sanità, Telecomunicazioni, Pubblico Impiego, Trasporto urbano). Bernocchi ne è nominato portavoce.

27 marzo Le truppe della NATO iniziano le operazioni belliche contro la Jugoslavia con bombardamenti a tappeto: le truppe italiane partecipano alla guerra. Manifestazioni popolari di protesta in Italia contro il governo D’Alema, a Roma un corteo di COBAS, PRC e centri sociali cerca di portare la protesta sotto la sede del PDS, principale forza di governo, ma viene attaccata dalla polizia e non riesce ad arrivare a Botteghe Oscure, sede storica dell’ex-PCI e poi del PDS.

30 marzo  Con la richiesta di fine immediata dell’aggressione militare NATO alla Jugoslavia, COBAS, Cub e RdB convocano uno sciopero di due ore di tutto il lavoro dipendente.

2 aprile  Con una conferenza-stampa del portavoce Bernocchi, la Confederazione COBAS si schiera apertamente per l’astensione nel referendum (che si svolgerà il 18 aprile) per l’eliminazione della restante quota proporzionale (il 25%) nella legge elettorale maggioritaria. Oltre a non voler scegliere tra un maggioritario totale e uno al 75%, i COBAS ritengono che questa volta la tattica astensionista sia la migliore per far fallire il referendum non facendo raggiungere il quorum. Bernocchi scrive anche una “lettera aperta” al PRC invitandolo a seguire anch’esso tale tattica. Il segretario nazionale Bertinotti risponde confermando che il PRC andrà a votare per il NO.

10 aprile  Manifestazione convocata da un ampio arco di forze, dai COBAS alla sinistra Cgil, dal PRC al Manifesto, dalla FIOM alla sinistra PDS. 100 mila in corteo fino a Piazza Navona, in testa, per le forze promotrici, Bertinotti, Ingrao, Magri, Bernocchi e Cremaschi. Nei comizi finali, il momento di massima condivisione da parte della piazza si realizza quando Bernocchi chiede a tutte le forze promotrici di lavorare per lo sciopero generale per la fine della guerra

17 aprile  Ad una sola settimana di distanza, i COBAS, insieme a Cub e RdB, convocano un’altra manifestazione nazionale per la fine della guerra, con l’adesione di molti centri sociali e strutture pacifiste. Malgrado una pioggia battente, circa 30 mila in corteo.

18 aprile  La tattica indicata dai COBAS si dimostra vincente: il 91,5% degli italiani/e che va a votare approva il referendum mentre solo l’8,5% vota per il NO. Ma il totale dei votanti raggiunge il 49,6%, mancando il quorum per circa 150 mila voti. La scelta del PRC si rivela perdente e per pochissimo (visto che gran parte dei NO era venuta dagli elettori/trici PRC) si evita di aver consentito il raggiungimento del quorum e il successo del “maggioritario assoluto”.

5 maggio  I COBAS consegnano al ministro Berlinguer 50 mila firme di docenti ed ATA, raccolte in circa 3 mila assemblee in tutta Italia, per chiedere un referendum sul contratto scuola.

13 maggio  COBAS, Cub e RdB convocano un nuovo sciopero contro la guerra, per la fine della partecipazione italiana, con manifestazione nazionale a Roma, diecimila persone in corteo.

21 maggio  Dal nulla emergono all’improvviso le autodefinitesi “nuove Brigate Rosse” che uccidono Massimo D’Antona, stretto collaboratore del ministro della Funzione Pubblica Bassanini, e che stava lavorando ad una legge sulla rappresentatività nei posti di lavoro penalizzante nei confronti dei sindacati di base e conflittuali. Per questa ragione parte una campagna politica (in prima fila Di Pietro e Ottaviano Del Turco, presidente della Commissione Antimafia) e di stampa contro i COBAS e i sindacati alternativi, accusati di essere i mandanti dell’omicidio. In una affollata conferenza-stampa Bernocchi per i COBAS e Leonardi per le RdB attaccano frontalmente i principali responsabili della campagna di odio verso i sindacati conflittuali e in particolare comunicano di aver denunciato per diffamazione Ottaviano Del Turco.

25 ottobre  In decine di città iniziano presìdi permanenti davanti ai provveditorati e alle prefetture (e a Roma davanti al Ministeri P.I.) per protestare contro il “ladri di assemblee”, ossia contro il divieto di fare assemblee in orario di servizio per i sindacati non “maggiormente rappresentativi”.

29 ottobre  Sciopero generale della scuola indetto dai COBAS contro la legge di parità, la “falsa autonomia”, la riforma dei cicli e il contratto che prevede il “concorsaccio” a quiz per premiare un 20% di docenti (con 6 milioni annui) che accettano i meccanismi aziendalistici della riforma Berlinguer. Manifestazioni territoriali in tutta Italia, a Roma in 5 mila davanti al Ministero, ove Berlinguer, malgrado gli impegni precedenti, rifiuta di incontrare Bernocchi e la delegazione COBAS. I COBAS decidono dunque di portare la protesta a Montecitorio dove incontrano vari/e parlamentari.

11 dicembre  Il Forum per la scuola della Repubblica produce un Appello per una manifestazione nazionale a Roma, largamente unitaria, contro la legge di parità e i finanziamenti alle scuole private. I COBAS rispondono con un comunicato del portavoce Bernocchi che annuncia l’”adesione entusiasta” dell’organizzazione e, per favorire la partecipazione dei docenti ed ATA che di sabato lavorano, anche la convocazione di uno sciopero che, sottolinea, sarà “l’ultimo sciopero italiano del Ventesimo secolo”. Oltre 50 mila in corteo a Roma.