19 gennaio Manifestazione a Montecitorio per il ritiro delle truppe dai fronti di guerra e per impedire l’allargamento della base Nato di Vicenza (Dal Molin) indetta dai COBAS e dalla parte più radicale del movimento no-war. Partecipano anche alcuni/e parlamentari governativi. Violenta polemica , prima in piazza e poi sulla stampa, tra Bernocchi e la senatrice del PRC Lidia Menapace, “ex-pacifista vittima di una mutazione genetica” secondo Bernocchi, essendosi convertita, una volta al governo, all’accettazione delle missioni militari e delle basi Nato.
10 febbraio Manifestazione nazionale del movimento NOVAT (NO Vaticano), indetta dalla rete Facciamo Breccia contro le ingerenze oscurantiste del vaticano nella politica istituzionale italiana. Diecimila persone a Roma in corteo per la piena laicità dello Stato. Folta presenza COBAS con lo striscione, molto apprezzato, “Ratzinger impone Prodi dispone”.
17 febbraio 150 mila persone in corteo a Vicenza contro la base Dal Molin e contro il governo Prodi che ne consente l’ampliamento. La contestazione contro i partiti di governo, alcuni dei quali presenti al corteo, è molto forte e li divide. E gli effetti sono immediati perché il governo va in minoranza nel voto sulle missioni militari e Prodi si dimette, per poi ritornare però in sella la settimana dopo. Sbandamento in vaste aree del movimento “no war” dopo le dimissioni, quasi solo i COBAS non attenuano la polemica contro il militarismo governativo.
17 marzo Manifestazione nazionale per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, per impedire l’allargamento del Dal Molin a Vicenza e per la chiusura delle basi Nato, indetta dai COBAS, Cub, RdB, Forum Palestina, Pcl e centri sociali, nella data che ricorda l’invasione dell’Iraq di quattro anni prima. 20 mila in corteo, con in testa i COBAS che con Bernocchi aprono anche i comizi finali.
30-31 marzo A Lisbona Assemblea preparatoria del prossimo FSE. Si decide la sede dell’evento che si terrà nel 2008 e che dovrà essere condivisa tra la Svezia (Malmoe confermata) e la Danimarca (Copenaghen da confermare). Si discute molto della campagna contro la guerra e al centro dell’attenzione è soprattutto la situazione italiana, con lo scontro in atto tra la componente più radicale del movimento “no war” (con i COBAS, presenti con Bernocchi, in particolare evidenza) e la sinistra di governo.
18 aprile Inizia, in un camper davanti alla sede dell’Unione di centrosinistra a Roma (P. Santi Apostoli), lo sciopero della fame di due militanti COBAS per la restituzione del diritto d’assemblea nelle scuole. Durerà, con una rotazione degli scioperanti, 40 giorni.
11 maggio Sciopero nazionale della scuola indetto dai COBAS per il rinnovo del contratto con un forte recupero salariale, la stabilizzazione dei precari sui posti vacanti e disponibili, la conservazione del posto per i docenti “inidonei”, la restituzione del diritto di assemblea in orario di lavoro. A Roma manifestazione davanti al Ministero Pubblica istruzione.
16 maggio Per la presenza di Bush a Roma (9 giugno) ci saranno due manifestazioni di protesta diverse e, di fatto, in competizione. Una voluta e promossa dai COBAS e dalle componenti più radicali del movimento “no war”, l’altra indetta dai partiti di sinistra che sostengono il governo (PRC, PdCI, Verdi). La divisione è causata dal rifiuto dei partiti al governo di protestare non solo contro Bush ma pure contro la politica militarista del governo Prodi. Inutile l’appello all’unità di alcune personalità della sinistra: per tutti Bernocchi spiega alla stampa l’assurdità di manifestare solo contro Bush e non contro il suo alleato in Italia. La questura sembra non voler autorizzare il corteo richiesto dai COBAS, ma poi il prefetto Serra incontra Bernocchi e si impegna a trovare una soluzione positiva per il corteo, che dopo qualche giorno viene autorizzato fino a P. Navona.
2 giugno A Rostock (Germania) manifestazione europea contro il G8, decisa al FSE di Atene. 100 mila manifestanti in piazza, per l’Italia parla dal palco Piero Bernocchi. Duri scontri tra il “blocco nero” e la polizia con feriti e arresti. Sulla stampa e TV italiane, dilagano gli allarmi per la manifestazione anti-Bush e le voci sui “black bloc” intenzionati a venire a Roma a ripetere gli scontri. Sotto tiro, però, sono in realtà i COBAS e i Disobbedienti e il corteo verso p. Navona.
4 giugno Dopo 48 giorni di sciopero della fame, a staffetta, di esponenti COBAS per la restituzione del diritto di assemblea nelle scuole, con dichiarazioni di solidarietà anche da parte di parecchi parlamentari di governo e personaggi politici di rilievo ma senza risultati tangibili, Nicola Giua e Nanni Alliata, dell’Esecutivo COBAS, si incatenano alle grate delle finestre di Palazzo Chigi. La polizia rompe le catene, malmena Giua e ferma i due insieme al portavoce COBAS Bernocchi. I tre vengono rilasciati in serata. Lo sciopero della fame si concluderà 10 giorni dopo.
5 giugno A Roma incontro del prefetto Serra con i promotori della manifestazione del 9 giugno. Serra ricorda il “metodo Firenze” del dialogo tra le parti e assicura a Bernocchi e Caruso che la manifestazione potrà arrivare regolarmente a Piazza Navona, dove si concluderà con i comizi.
9 giugno 100 mila a Roma nel corteo indetto dai COBAS e dalle altre forze “radicali” del movimento no-war contro la presenza di Bush in città. Scontri alla fine del corteo tra alcuni manifestanti e la polizia ma i comizi finali, aperti da Bernocchi, si svolgono regolarmente. Clamoroso fallimento della manifestazione a P. del Popolo dei partiti della sinistra “radicale” al governo. Non più di 500 persone e i mass-media sottolineano pesantemente la enorme perdita di consensi da parte di PRC, PdCI e Verdi e la forza della sinistra che si oppone al governo Prodi.
10 giugno Di fronte all’incredibile fallimento della “sinistra di governo”, la stampa mette in grande evidenza il ruolo dei COBAS e delle altre forze di opposizione, da sinistra, al governo, al punto da prospettare la nascita di un nuovo partito che spaccherebbe in particolare Rifondazione Comunista e guiderebbe il movimento antigovernativo. Corale autocritica da parte della direzione PRC che si impegna, d’ora in poi, ad “accettare comunque le decisioni del movimento”.
9 novembre Sciopero generale di tutto il lavoro dipendente convocato da COBAS, Cub e Sdl contro la Legge finanziaria e le politiche economiche e sociali del governo Prodi, il Protocollo del 23 luglio, il pacchetto Treu e la legge 30. 32 manifestazioni in tutta Italia, 50 mila in piazza a Roma e altrettanti a Milano, circa 400 mila in tutta Italia.
15 dicembre Manifestazione nazionale a Vicenza contro la base Dal Molin, 40 mila in piazza.