Notizia scritta il 21/10/13 alle 08:11. Ultimo aggiornamento: 24/10/13 alle: 10:56

La due giorni di #sollevazione generale con lo sciopero del sindacalismo di base il 18 ottobre e l’assedio del  2013 non finisce, nè qui nè ora.

“L’assedio e la sollevazione generale contro l’austerity non finiscono qui”. E’ scritto a chiare lettere anche sullo striscione che circonda anche oggi il presidio-tendopoli di , a , dove da sabato sera stazionano i movimenti per la casa, quelli contro le grandi opere, la devastazione ambientale, precari, rifugiati, migranti, senza lavoro, movimenti sociali e tanti altri ancora. Dopo la partecipata assemblea di ieri pomeriggio, con centinaia di persone da tutta Italia, decine di attivisti hanno passato anche la scorsa notte nelle  tende montate nel piazzale antistante il ministero delle Infrastrutture. Manifesti e striscioni, a partire da quello che sabato ha aperto il corteo, “Una sola grande opera: casa e reddito per tutte e tutti”, sono presenti ancora anche sul monumento ai bersaglieri, anche se il piazzale di Porta Pia è stato lasciato libero.

Proprio in Porta Pia domani, martedì 22 ottobre 2013, al Ministero per le Infrastrutture è fissato l’incontro tra una delegazione dei movimenti e il ministro competente, Lupi. In occasione dell’incontro, è annunciata una nuova presenza di piazza e iniziative un po’ in tutta Italia. La prossima settimana già fissata una protesta a Firenze, dove è in calendario un convegno organizzato dall’Anci a cui parteciperà anche il ministro e vicepremier Alfano, mentre il 9 e il 10 novembre le realtà scese in piazza sabato si reincontreranno a Roma in una grande assemblea nazionale.

Sul fronte della repressione, la Procura di Roma ha chiesto la convalida dei fermi e la contestuale emissione dell’ordinanza di custodia cautelare per i 6 giovani  della quindicina di attiviste e attivisti fermati (l’accusa è resistenza a pubblico ufficiale. Ora il gip dovrà fissare una data per l’esame della richiesta del pm. Presumibilmente una decisione sarà presa già martedì. Per questa sera, invece, attiviste e attivisti si sono dati appuntamento davanti ai carceri di Regina Coeli e Rebibbia per portare solidarietà ai manifestanti bloccati durante il grande corteo di sabato. con oltre 70mila persone che hanno risposto all’appello della #sollevazionegenerale, a sole 24 ore di distanza dallo sciopero generale del sindacalismo di base che venerdì ha portato per le strade della Capitale altre 50mila persone in lotta.

Abbiamo iniziato a raccogliere le prime analisi e valutazioni post-19ottobre:

Il dibattito a due voci tra Gianluca, del centro sociale Askatasuna di Torino, e Paolo Divetta, Asia-Usb e Blocchi Precari Metropolitani.

Michele, del centro sociale Magazzino 47 di Brescia.

Luca Fagiano, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma.

Andrea Alzetta, di Action – diritti in movimento di Roma.

Alfonso De Vito, del Movimento Antagonista Campano.

Leon, del centro sociale Cantiere di Milano.

Lorenzo, del portale di controinformazione romano dinamopress.it.

Franz Purpura, del portale di controinformazione milanese milanoinmovimento.com .

Andrea, del Collettivo Universitario Autonomo di Bologna.

Fulvio, del nodo bolognese di Infoaut.org.

Piero Bernocchi, dei Cobas.

Nella giornata di giovedì 24 ottobre abbiamo raccolto anche l’analisi e il commento di un compagno del collettivo Militant di Roma che ha composto lo spezzone “Noi saremo tutto”durante la manifestazione del 19 ottobre. Ascolta o scarica il contributo

Di seguito, il comunicato dell’assemblea di domenica pomeriggio, 20 ottobre, all’acampada di Porta Pia:

Tutti gli interventi hanno parlato di una mobilitazione che, nonostante i media mainstream hanno provato inizialmente a oscurare nei contenuti e a criminalizzare, è risultata pienamente riuscita raccogliendo la partecipazione di oltre 70.000 persone in una composizione determinata e meticcia che ha ricomposto i diversi volti della precarietà. L’obiettivo di riappropriarsi della piazza, di portare la contestazione popolare e la nostra rabbia di chi paga il prezzo salato della crisi, è stato raggiunto. Da ora le lotte di riappropriazione di casa, reddito, saperi, spazi e di tempi di vita sono ancora più forti e più potenti. Questo percorso partito dai territori, che ha saputo mettere in connessione linguaggi ed esperienze diverse, proseguirà senza fermarsi fino a quando tutto non sarà cambiato. L’assemblea ha salutato anche le iniziativa di lotta di Anonymous che mentre l’assedio prendeva corpo nelle strade di Roma ha lanciato ancora una volta nella rete il conflitto sociale, dichiarando il “TANGO DOWN” dei siti delle autorità contestate dalla nostra piazza.

Respingendo qualunque tentativo di divisione fra buoni e cattivi, la piazza di Porta Pia ha ribadito con forza che la manifestazione di ieri è stata una e meticcia e che la rabbia degna di chi tutti i giorni si vede sottrarre diritti non può essere criminalizzata né affrontata in termini di ordine pubblico o nelle aule di tribunale.

Al momento risultano fermati 2 ragazze e 4 ragazzi, seguiti dagli avvocati del supporto legale che oggi pomeriggio sono andati in carcere a trovarli ma sui quali ancora non si hanno notizie relativamente alle eventuali convalide degli arresti. Segnaliamo anche la gravità dei fogli di via, come quelli notificati a 5 attivisti/e del movimento di lotta per la casa di Firenze a cui è stato impedito di partecipare alla manifestazione che hanno costruito insieme a tutte/i noi. L’assemblea ha rilanciato le condizioni dettate al Governo nella settimana di mobilitazione che ha preceduto la manifestazione, sintetizzate nello slogan “Una sola grande opera: casa e reddito per tutt@”.

In breve: il blocco generalizzato degli sfratti, della vendita del patrimonio pubblico e l’avvio di un piano di politiche abitative pubbliche; il no alle grandi opere e ai grandi eventi, a partire dal Tav in Val di Susa; il ritiro della legge Bossi-Fini e il riconoscimento di una cittadinanza piena per i migranti e i rifugiati. La disponibilità del ministro delle Infrastrutture Lupi a incontrare i manifestanti è stata valutata positivamente come risultato delle mobilitazioni contro gli sfratti e con la grande giornata del #19O, nonostante affronti solo parzialmente i temi che abbiamo sollevato.

Si è pertanto deciso di mantenere l’acampada davanti al ministero delle Infrastrutture, rilanciando una nuova mobilitazione in tutte le città martedì 22 ottobre alle 17 in occasione dell’incontro.

Un’altra tappa comune è già fissata in occasione del tavolo sul diritto di residenza convocato dall’Anci il 24, 25 e 26 ottobre a Firenze con la presenza del ministro Alfano, un momento di mobilitazione nazionale dove riconvocarsi come assemblea dei movimenti sociali #19O. Una nuova assemblea dei movimenti che ha dato vita alla piazza del #19O è previsto il 9 e 10 novembre: lì verranno decise le prossime iniziative e sfide di conflitto e trasformazione dell’esistente. La ricchezza e le differenze che hanno animato il corteo del 19 ottobre sono straordinarie e sorprendenti. In molti si aspettavano devastazioni che non sono accadute e ora increduli guardano ad una acampada che partendo da questioni primarie come il diritto alla casa e al reddito non può che essere condivisa. Per questo manteniamo un presidio a ridosso del ministero delle infrastrutture, con le nostre tende e con i nostri contenuti e invitiamo gli abitanti di Roma a sostenerlo.

Ribadiamo che martedì prossimo al ministro Lupi non daremo tregua. La nostra richiesta di blocco degli sfratti per morosità non è contrattabile, così come la destinazione delle risorse verso un piano casa degno di questo nome, risorse ora destinate a grandi opere come il Tav o grandi eventi come l’Expo. L’energia potente che si è espressa ieri nella piazza della sollevazione e dell’assedio ai palazzi dell’austerità ci dice che indietro non si torna. Liberi tutti e libere tutte subito!