Notizia scritta il 18/09/17 alle 10:45. Ultimo aggiornamento: 18/09/17 alle: 10:45
Ma soprattutto ci appaiono gravissime sia la preclusione dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia ai bambini e alle bambine “non ottemperanti”, sia la grottesca “sanatoria” per coloro che, pagando una multa di 500 euro, verrebbero esentati dalle vaccinazioni(miracoli italiani: pagata la multa, finisce il rischio di contagio), sia la stolida richiesta di autocertificazione avanzata ai soli operatori della scuola (docenti e ATA), come se fossero le uniche figure pubbliche che i ragazzi incontrano e frequentano. Autocertificazione che prevede la inopinata opzione “NON RICORDO” tra le risposte ammissibili… Quando persino tutti gli operatori della scuola ad un passo dalla pensione RICORDANO forse solo quelle anti-polio e anti-vaiolo (alcune delle attuali vaccinazioni imposte allora non esistevano), oltre al fatto di essere immunizzati avendo avuto da piccoli le malattie esantematiche di cui ora si chiede l’obbligo vaccinale!
E’ possibile che solo i lavoratori della Scuola debbano avere questa incombenza, mentre tutti gli altri, anche quelli che nel loro quotidiano lavoro entrano in contatto con gli stessi studenti, possono evitare di dare prova della loro “idoneità vaccinale” al lavoro? E gli alunni/e che si vorrebbe escludere dalla scuola qualora non facessero i vaccini, non frequenterebbero poi cinema, palestre, piscine, campi sportivi, treni, ristoranti, locali pubblici? Dov’è la presunta razionalità scientifica cui tanto ci si appella?
Non è questione di entrare nel merito a livello sanitario, ma di valutare la violenza istituzionale con cui il Governo, il Parlamento, l’Amministrazione hanno deciso di operare, senza nessun pericolo evidente o imminente. Non sosteniamo affatto che tutte le vaccinazioni siano inutili, né che lo Stato non abbia, laddove sussistono le debite motivazioni, la possibilità e anzi il dovere di prevedere un obbligo di massa atto a salvaguardare la salute pubblica. Questo in caso di epidemie in atto o di nuove malattie, che malauguratamente dovessero diffondersi per effetto della velocizzazione degli scambi, come avvenne cinquecento anni fa quando con raffreddore, morbillo, varicella noi europei sterminammo milioni di nativi americani privi di difese immunitarie. Ma allora i vaccini non c’erano… Ora non ci sono evidenti epidemie in atto, e anzi l’unica “epidemia” sulla quale i mass media avevano già svolto una campagna martellante (la meningite), è stata prima inserita tra i vaccini obbligatori e poi cancellata. E ancora: in un paese come l’Italia nel quale la corruzione è endemica e ha raggiunto ormai proporzioni enormi, come possono i cittadini non temere che il ceto politico non sia succube degli interessi delle case farmaceutiche?
Non si tratta dunque di prendere posizione contro i vaccini tout court. Si tratta di esprimere contrarietà all’attuale provvedimento che anziché seguire una politica di informazione e persuasione, ha scelto una minacciosa via impositiva e repressiva. Diciamo NO ad un obbligo vaccinale imposto d’imperio, senza aver fornito esaurienti e convincenti spiegazioni sulla sua reale necessità e con minacce e punizioni e negazioni del diritto all’istruzione nei confronti di chi non ottempera; NO alla assurda autocertificazione degli operatori della scuola, e chiediamo il ritiro immediato della circolare MIUR del 16 agosto 2017; NO all’esclusione dalla scuola dell’infanzia delle bambine e dei bambini che non hanno “ottemperato”; NO alla trasformazione delle scuole in organo di indagine per la individuazione degli inadempienti.
Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di Base della Scuola
Ne parliamo con Piero Bernocchi portavoce nazionale della Confederazione Cobas Ascolta o scarica