Notizia scritta il 29/07/11 alle 11:05. Ultimo aggiornamento: 30/07/11 alle: 10:49
Continua a far notizia l’appello congiunto firmato da Cgil, Confindustria, Cisl, Abi, cooperative, associazioni degli agricoltori, degli artigiani e dei commercianti. Realtà fra loro molto diverse, riunite tutte insieme per lanciare l’allarme sul futuro dell’Italia. “Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile -si legge nel testo comune- occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari, con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori. A tal fine si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione”. Il soggetto destinatario dell’appello è naturalmente il mondo politico, governo in primis. Unica voce fuori dal coro, quella della Uil, che non ha firmato il testo. Secondo il segretario del sindacato, Luigi Angeletti, questo è “un comunicato che, in altri tempi, si sarebbe definito in puro stile doroteo. Non appartenendo questo stile al nostro patrimonio culturale, in quel comunicato non possiamo riconoscerci” ha spiegato Angeletti. Abbiamo chiesto un commento a Piero Bernocchi, portavoce della Confederazione Cobas e a Dino Greco, dittore del quotidiano Liberazione che definisce questo appello “asociale”