Notizia scritta il 01/09/11 alle 17:25. Ultimo aggiornamento: 01/09/11 alle: 17:25
Non si ferma lo spettacolo indegno della maggioranza sulla manovra economica, oggetto ormai quotidiano di contrattazioni più o meno sottobanco fra le diverse anime del Governo. L’Esecutivo, nel tentativo di non far pagare al proprio blocco sociale di riferimento il prezzo di una crisi che proprio da lì arriva, continua ora dopo ora a limare le modifiche alla manovra. Il risultato di tanto sforzo è però risibile, tanto che gli stessi governatori di centrodestra si dicono critici anche dopo l’incontro a palazzo Chigi: ‘ridurre i tagli alle regioni’ chiede ancora il piemontese Cota. Più drastica la Polverini (Lazio) e il sindaco capitolino, Alemanno, visto oggi addirittura nella sede del Pd: per i due la “manovra è insostenibile, va rivista”.
Intanto la commissione Bilancio del Senato ha iniziato il voto degli emendamenti, dove la fantasia non manca di certo. Approvata, con l’astensione del Pd, la modifica del guardasigilli Nitto Palma per la riorganizzazione degli uffici giudiziari. La maggioranza studia inoltre un testo per trasformare oltre tremila parafarmacie in vere e proprie farmacie e recuperare un miliardo di euro. Sul fronte della lotta all’evasione, arriva un provvedimento in linea con l’impostazione mediatica e non sostanziale del governo: i Comuni potranno pubblicare sui loro siti i “dati relativi alle dichiarazioni” dei redditi dei cittadini. A dirlo un emendamento fiscale presentato dal Governo e dal relatore alla Manovra prevede inoltre che “l’indicazione nelle dichiarazioni dei redditi delle banche con cui si hanno rapporti”.
Il governo, quindi, cerca soldi a destra e a manca, senza tuttavia riuscire a trovare soluzioni credibili e durature. Eppure, suggerisce la campagna “Sbilanciamoci” nella propria contromanovra, la soluzione sarebbe a portata di mano e si chiama “tagli alla spesa militare”. Ascolta l’intervista Guido Marcon che presenta la campagna Sbilanciamoci.
Contro la manovra la Cgil scalda i motori in vista dello sciopero generale di martedì 6 settembre. Astensione dal lavoro per tutta la giornata, previsti comizi e cortei in 100 piazze italiane, fra cui ovviamente Brescia. La segretaria generale Susanna Camusso chiuderà con un comizio il corteo romano.
Il 6 settembre anche l’Unione sindacale di base ha proclamato lo sciopero generale e annunciato cortei in varie città italiane, assieme a numerose altre sigle di base.A Milano l’appuntamento è alle 9 e 30 in Largo Cairoli. Diversa, ovviamente, la piattaforma rivendicativa rispetto alla Cgil, ma comune la data. Ascolta il servizio con Paolo Leonardi, esecutivo nazionale Usb.
Assente il 6 settembre in piazza sarà invece la Confederazione Cobas, che ppunta il dito sulla firma della Cgil all’accordo del 28 giugno con Cisl, Uil e organizzazioni padronali e rilancia l’appuntamento europeo degli “indignados”, fissato per il 15 ottobre. Ascolta l’intervento di Piero Bernocchi, dei Cobas.