Notizia scritta il 06/09/11 alle 17:14. Ultimo aggiornamento: 07/09/11 alle: 16:15
E adesso?
La buona riuscita numerica dei cortei organizzati quest’oggi da Cgil e (su una diversa piattaforma) da gran parte del sindacalismo di base, con centinaia di miglaia di persone in piazza, è l’ennesima conferma del livello di esasperazione a cui le politiche degli ultimi anni in generale, e degli ultimi mesi nello specifico, hanno portato buona parte dei lavoratori e delle lavoratrici italiani e italiane.
La mobilitazione di piazza, ovviamente, non ha fatto cambiare programma al governo, impegnato ad approvare la deleteria manovra economica bis a Camera e Senato (presidiate da diverse realtà, dai Cobas alla Fiom, fino ai cosiddetti “indignati”).
Che fare, quindi, a partire da oggi, per far pagare la crisi a chi l’ha creata, senza che a pagare siano i soliti noti?
Abbiamo chiesto una valutazione su oggi, e sul prossimo futuro di lotta, a diversi esponenti sindacali e di movimento oggi presenti nelle piazze italiane:
CGIL – Soddisfazione da parte della Cgil, il sindacato che ha indetto lo sciopero generale di oggi, per la riuscita della giornata. La mobilitazione è avvenuta in concomitanza con la discussione in Senato della manovra economica, contro l’attacco allo Statuto dei Lavoratori e contro le misure di risanamento del bilancio pubblico a discapito dei lavoratori, dei pensionati e dei precari.
Le valutazioni di Carlo Podda, della segreteria nazionale della Cgil.
Sempre della Cgil Nicola Nicolosi. Ascolta
Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale Fiom, che affronta il tema dei (non) rapporti con Cisl e Uil. Ascolta
BRESCIA – Secondo un comunicato della Cgil locale, diverse migliaia di persone hanno manifestato questa mattina in città mentre nelle maggiori aziende metalmeccaniche l’adesione allo sciopero è stata superiore all’80 percento, e nel pubblico impiego (Comune, Provincia ed enti locali) è stata molto alta. Domani, mercoledì 7 settembre, la protesta contro la manovra iniqua prosegue con un presidio dalle 17 alle 19 davanti alla Prefettura, cui seguiranno altri appuntamenti analoghi nei prossimi gorni fin quando il Parlamento discuterà della manovra
Unico episodio negativo della mattinata, secondo la Camera del Lavoro di Brescia, l’aggressione verbale da parte dell’assessore comunale Mario Labolani ad alcuni lavoratori pubblici che stavano volantinando davanti agli uffici comunali di via Marconi.
Damiano Galletti, segretario Cgil Brescia. Ascolta
Michela Spera, della segretaria generale della camera del lavoro di Brescia. Ascolta
SINDACATI DI BASE – In piazza oggi, su una piattaforma distinta e con manifestazioni separate in decine di piazze italiane, anche una buona fetta deii sindacati di base: Unione sindacale di base, Slai Cobas, Orsa, Cib-Unicobas, Snater, Si Cobas e Usi. 20.000 manifestanti a Roma, 10.000 a Milano ed altrettanti a Bologna: 5.000 a Napoli e a Firenze, 2.000 a Torino, 1.000 a Lecce. “Gremite tutte le piazze – dice l’Usb -, nelle tante altre manifestazioni territoriali – da Palermo a Genova, da Cagliari a Mestre, da Ancona a Pescara”.
La mobilitazione, che ha coinvolto movimenti sociali e per il diritto all’abitare, precari, migranti, disoccupati e indignati, ha visto diversi momenti di forte protesta simbolica di fronte alle sedi territoriali della Banca d’Italia e dell’ABI, con affissione di striscioni e lancio di uova al grido di “Basta macelleria sociale. Basta diktat dell’Unione Europea”. Così a Roma, Milano e Napoli; a Torino si è protestato anche davanti alla sede dell’Inps. A Bologna il corteo ha raggiunto la sede di Confindustria l’Ambasciata greca. A Lamezia Terme sono stati occupati i binari della stazione ferroviaria.
Per l’Usb “Lo sciopero e le manifestazioni del sindacalismo conflittuale si sono scagliate in particolare contro l’articolo 8 della manovra e contro l’ accordo dello scorso 28 giugno, firmato dalla stessa Cgil oggi in sciopero, che ha spianato strada a questo grave attacco ai diritti dei lavoratori.
Il successo della mobilitazione odierna rafforza le ragioni dei prossimi appuntamenti. Il 10 settembre Assemblea Nazionale di tutto il movimento contro la crisi e contro l’Unione Europea, promossa dalla rete Roma Bene Comune, dove si discuterà la prosecuzione delle lotte, e la costruzione della manifestazione del 15 ottobre prossimo lanciata dagli indignati di tutta Europa”.
A Napoli durante il comizio conclusivo del corteo del sindacalismo di base la sede napoletana della Banca d’Italia è stata sanzionata con uova e petardi. La Polizia in assetto antisommossa ha tentato di respingere i manifestanti. Una persona è stata fermata e portata in Questura. Mara Malavenda, Slai Cobas. Ascolta
Il servizio invece con Dante de Angelis, dell’Orsa. Ascolta
MOVIMENTI – Dal pomeriggio di oggi a Roma, è iniziato un presidio permanente in Piazza Navona,dove è stata allestita una tendopoli che intende accompagnare l’esame della manovra in Senato. In presidio a Roma ci sono, con le proprie differenti rivendicazioni, la Fiom, l’Usb e i Cobas, che non hanno partecipato allo sciopero odierno e puntano sulla giornata di indignazione europea del 15 ottobre. Da Roma Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas.Ascolta
Ancora da Roma Emanuele Brancaccio di Unicommon dell’Università La Sapienza. Ascolta
Giornata di sciopero e rabbia anche per il centro sociale Cantiere di Milano, già ieri in azione con l’eclatante protesta alla Borsa di piazza Affari, dove hanno pure allestito delle tende. Sentiamo il loro bilancio sullo sciopero di oggi a cui hanno aderito, prendendo parte al corteo del sindacalismo di base, con Leon del Csa Cantiere. Ascolta
I militanti No Tav del Piemonte hanno aderito alla giornata di sciopero portando in piazza a Torino le loro rivendicazioni contro la costruzione dell’alta velocità che devasta territorio e comunità. Sentiamo un bilancio, da Torino, dove in tutto 50mila persone hanno sfilato nel centro storico. Registrati alcuni momenti di tensioni a fine giornata, come ci racconta Nicoletta Dosio, Comitati popolari No Tav. Ascolta
Alla giornata di sciopero generale ha partecipato anche la rete italiana di United for Global Change, un progetto internazionale nato dall’esperienza delle lotte spagnole di questa primavera (i cosiddetti indignati) in cui si sperimentò la modalità di lotta oltranza sul modello dell’occupazione egiziana di piazza Tahrir.
Tende allestite a Cagliari, Torino, Milano, Roma per manifestare contro la manovra del governo e contro le misure di austerity imposte dagli istituti finanziari europei e internazionali. Cerchiamo di capire meglio come si sta muovendo questa rete di indignati italiani con Wilma Mazza, uno dei firmatari dell’appello per l’associazione Ya Basta che ci traccia un bilancio della giornata di lotta a Mestre dove hanno sfilato in decine di migliaia e dove alcuni dimostranti hanno occupato in mattinata la sede di Equitalia.Ascolta