Sarebbe auspicabile che, sulla base del drammatico comunicato/appello del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) che trovate di seguito, tutti/e coloro che sono in mobilitazione permanente per i palestinesi e in odio per Israele (certo, comprensibile a causa del criminale agire di Netanyahu, ma che buona parte di loro vorrebbe vedere spazzata via “dal fiume al mare”, altro che “due popoli, due stati”) dedicassero almeno un decimo del loro impegno a favore dei nostri fratelli e sorelle curdi/e, per i quali da sempre i COBAS si sono impegnati in tutte le forme e modi. 

Ma temo che non succederà, visto che il boia Erdogan e l’iper nazionalismo turco, che ha dietro di sè secoli e secoli di imperialismo feroce e bellicismo atavico, non suscita, pare, lo stesso sdegno del sionismo, che pure è l’espressione della volontà ebraica di avere una patria dopo quasi due millenni di persecuzioni e che, a differenza dell’ipernazionalismo turco, ha non più di un secolo di storia. Desiderio di avere una patria ove non essere perseguitati (esperienza che i turchi non hanno quasi mai provato in giro per il mondo) che per tanti israeliani/e e per tanti/e ebrei/e è però nel contempo ostile agli orrori di Netanyahu e dell’estrema destra israeliana i quali, senza i mostruosi crimini di Hamas il 7 ottobre, assai probabilmente sarebbero stati messi in condizioni di non nuocere per via democratica e istituzionale.

E questa incomprensibile differenza di impegno e di passione si verifica malgrado i curdi/e siano l’espressione più luminosa di una rivoluzione politica, civile, sociale, morale e culturale,  che li rende la punta mondiale più avanzata di un’idea completa e ricca di democrazia, multiculturalismo, tolleranza, femminismo ed ecologismo, e un riferimento ideologico, politico e culturale senza eguali nel mondo, mentre i palestinesi si sono dati (o sopportano) una leadership orrenda, ultrareazionaria, ultrasessista, omofoba, dittatoriale e repressiva di qualsiasi cosa fuoriesca dall’islamismo jihadista. Quell’Hamas a cui si inneggia in tanti cortei e università, nonostante usi i palestinesi come carne da macello pur di far avanzare la propria “guerra santa” contro Israele, ebrei e “infedeli vari”. Avendo Hamas peraltro alle spalle, come finanziatore e sponsor, l’orripilante Iran dei boia iraniani, satrapi e dittatori simil-Erdogan.

E ciò malgrado, temo che per i curdi non verranno “nel movimento” spese energie manco pari a un decimo di quelle viste finora per la Palestina di Hamas, non verrà occupata nessuna università in loro nome e difesa, nè ci si batterà per imporre l’interruzione dei rapporti economici o culturali con la Turchia e l’Iran, o il boicottaggio dei loro prodotti come si fa per Israele. Però, che questa mia lettura risulti, come spero, troppo pessimistica o che fotografi purtroppo la realtà, almeno il nostro impegno come COBAS dovrà essere fin da subito ancor più intenso e diffuso di quanto già fatto da noi negli ultimi anni.

Piero Bernocchi

p.s. ho goduto come un riccio (e tifato fino all’ultimo minuto) per l’eliminazione degli iper-nazionalisti e criminali Lupi grigi erdoganiani turchi dall’Europeo di calcio che, Erdogan sugli spalti, stava diventando un pericoloso strumento di propaganda per il boia dittatore. E mi spiace che Montella , che pure come grande giocatore della Roma, godeva della nostra simpatia,si sia prestato all’esaltazione – a braccetto con Erdogan – del peggior nazionalismo fascistoide turco. Visto che mo’ lo criticano dopo averlo osannato per un paio di anni, dovrebbe approfittare per tornarsene in Italia: finirà di essere un corifeo del boia e non rimarrà di sicuro disoccupato.

                                                                    Comunicato-stampa

                                                    La guerra della Turchia contro i curdi nel Nord Iraq

Mentre i pogrom contro i rifugiati siriani in Turchia e l’esibizione di saluti fascisti del lupo da parte del giocatore della nazionale turca Demiral e di migliaia di tifosi turchi durante i Campionati europei di calcio – sostenuti dall’esercito turco e dai suoi mercenari – hanno fatto notizia in tutto il mondo, l’occupazione della Turchia della regione del Kurdistan in Iraq continua costantemente.Dal 15 giugno, la Turchia ha iniziato una nuova operazione militare di terra nella Regione del Kurdistan dell’Iraq (KRI). Da allora centinaia di veicoli blindati, carri armati e truppe turche sono stati dispiegati, istituendo posti di blocco, effettuando controlli sull’identità dei cittadini curdi e tentando di evacuare i villaggi nella regione del Kurdistan iracheno. A causa dei bombardamenti in corso sono scoppiati incendi in vaste aree. L’invasione segue la visita del presidente Recep Tayyip Erdoğan a Baghdad ed Erbil nell’aprile 2024. Erdoğan ha ottenuto il via libera all’invasione, in cambio di lucrose concessioni su petrolio, infrastrutture e acqua date al governo federale iracheno e al KRG.

Negli ultimi giorni, l’afflusso di soldati e veicoli blindati nelle città di Duhok ed Erbil, in collaborazione con il Partito Democratico del Kurdistan (KDP), indica una significativa presenza militare in luoghi strategici. Questo aumenta il timore di un’occupazione strisciante e permanente della regione da parte della Turchia, che porterà a una guerra regionale a lungo termine, con conseguenze globali.Le recenti azioni militari turche nel Kurdistan iracheno, comprese le operazioni di terra e l’istituzione di posti di blocco e basi militari, sono state monitorate da vicino dai Community Peacemaker Teams (CPT) con sede negli Stati Uniti. Le operazioni hanno provocato lo sfollamento di civili, la distruzione di terreni agricoli e il danneggiamento di infrastrutture civili, tra cui una scuola e un monastero cristiano.Secondo il CPT, tra gennaio e luglio del 2024, la Turchia ha condotto 1076 attacchi nel Kurdistan iracheno. Dall’inizio della nuova campagna militare, solo 238 bombardamenti, principalmente nel governatorato di Duhok.

Il CPT è profondamente preoccupato per l’escalation delle operazioni militari turche nel Kurdistan iracheno e per l’impatto sui civili. L’organizzazione mette in guardia da un potenziale sfollamento di massa se le operazioni dovessero persistere. Venerdì sono scoppiati intensi scontri tra la guerriglia del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e le Forze Armate turche (Türk Silahli Kuvvetleri -TSK) nel distretto di Amedi, a Duhok nella Regione del Kurdistan in Iraq (KRI), come riportato dall’agenzia indipendente curda Peregraf. Le forze turche hanno condotto attacchi aerei sul villaggio di Guherzê, causando danni significativi a numerose case e veicoli, secondo Roj News.Nel frattempo, Vedant Patel, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha indirettamente segnalato l’approvazione degli Stati Uniti per l’occupazione turca di parti del KRI. Mucaşeh Tamimi, un osservatore politico che ha parlato con Roj News, ha sottolineato la vulnerabilità della difesa irachena contro gli assalti della Turchia, ha evidenziato l’influenza della Turchia sull’approvvigionamento idrico dell’Iraq, che causa siccità, e ha discusso l’impatto economico dei prodotti turchi in Iraq, minando gli sforzi di controllo delle frontiere.

Una dichiarazione dell’Unione delle comunità del Kurdistan e un portavoce dell’Unione patriottica del Kurdistan suggeriscono che la Turchia ha arruolato combattenti di Al Nusra e di altri gruppi jihadisti per sostenere le sue operazioni.Il dispiegamento dell’esercito turco nel Kurdistan meridionale continua, con recenti invii ad Amadiya nella notte di sabato. Gli abitanti della regione hanno espresso il loro disagio per i continui attacchi e hanno criticato la mancanza di risposte da parte dei partiti politici e del governo.In conclusione, il Congresso nazionale del Kurdistan esorta la comunità internazionale ad affrontare l’aggressione della Turchia contro i curdi e il suo disprezzo per il diritto internazionale e la sovranità della Regione del Kurdistan e dell’Iraq. La mancanza di risposta da parte dei media e delle istituzioni globali alle azioni militari e alle violazioni dei diritti umani della Turchia è preoccupante.

È fondamentale un intervento immediato da parte del governo iracheno, degli Stati Uniti, dell’UE, delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa per fermare l’escalation di violenza.Per ulteriori informazioni e supporto per la copertura dal campo, contattateci:

press@knk-kurdistan.com

Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK)

08.07.2024